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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

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  • 2.5/5
  • valutazione
  • Da guardare tappandosi il naso
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 3.6/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 13 lettori
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Info

La piccola Lola

di Bertrand Tavernier

 
    Dati
  • Titolo originale: Holy Lola
  • Soggetto: Tiffany Tavernier
  • Sceneggiatura: Tiffany Tavernier, Dominique Sampiero
  • Genere: Drammatico - Documentario
  • Durata: 128'
     
  • Nazionalità: Francia
  • Anno: 2005
  • Produzione: Little Bear, Frederic Bourboulon, Les film Alin Sarde, TF1 Films
  • Distribuzione: Lucky Red
  • Data di uscita: 17 06 2005
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Vive la France?

di Eduard Le Fou

Ammettiamolo: noi italiani, e in particolare gli amanti del cinema, soffriamo di un certo senso di inferiorità nei confronti dei cugini francesi che in generale riteniamo più raffinati, colti e capaci di esaltare le proprie risorse culturali per rappresentare al meglio il proprio paese agli occhi del resto del mondo.
Il risultato negativo del referendum francese sulla ratifica della costituzione europea, in cui si è imposta una maggioranza della popolazione transalpina che teme un'Europa allargata non franco-centrica e non contrapposta agli USA, ci rivela che forse molti francesi hanno oggi una visione del mondo piuttosto miope e piatta, nient'affatto colta e poco rispettosa delle diversità economiche e culturali. La Piccola Lola può essere considerata in un certo senso un esempio in immagini delle contraddizioni culturali della Francia odierna.
Il film prende spunto da un soggetto certamente originale scritto dalla figlia di Bertrand Tavernier, regista del film. Una coppia di coniugi francesi (Pierre, medico e Geraldine, insegnante, residenti in montagna, lontano dai grandi centri) arrivano in Cambogia con tutto il loro ingenuo ottimismo e un lacerante bisogno di adottare un bambino.
In seguito ad una lunga trafila burocratica in Francia, la coppia è stata ritenuta adatta all'adozione (i due non possono avere figli). Anziché attendere qualche anno per ottenere l'affidamento di un orfano francese, la coppia ha deciso di partire per la Cambogia dove, a causa della povertà, delle malattie e delle recenti guerre, l'offerta di bambini abbandonati è molto alta.
Tanto alta che molti sono gli aspiranti genitori stranieri presenti nel paese asiatico. Il film ci mostra in particolare la folta comunità di coppie francesi che tra ansie, gioie, invidie e isterismi di vario genere, sono costrette a trascorrere almeno sei mesi in Cambogia, prima di poter tornare nell'agognata patria con un bebè. Il vero problema è la grave corruzione nella burocrazia cambogiana e soprattutto il fatto che il bambino queste coppie dovranno cercarselo da sole, girando di persona negli orfanotrofi di tutto il paese, in attesa della giusta occasione.
Questa ricerca li metterà in contatto con la dura realtà di uno dei paesi più martoriati dalla Storia. La Piccola Lola è senz'altro un film ben girato e ottimamente confezionato. Partendo, come spesso accade nei film di Tavernier, da temi della vita quotidiana, a volte leggeri, a volte anche scabrosi, il regista riesce a raccontare una storia di per sé dolorosa con modi leggeri, passando con agilità dai toni della commedia a quelli del dramma, dal documentario al diario di formazione, buttando qua e là anche qualche spruzzata di suspance.
Molto ben diretto poi il cast di attori, misto di professionisti e non. In particolare risulta azzeccata la scelta narrativa di punteggiare qua e là il film con le confessioni che Pierre e Geraldine, in alcuni momenti di solitudine e sconforto, affidano al nastro dei loro registratori, descrivendo al loro futuro figlio tutto il sincero desiderio di diventare genitori, tutti gli affanni e i timori che stanno affrontando in quelle settimane di trepidazione, in attesa che il fato gli regali di un bimbo da amare.
Il problema è che il film è "quadrato", impermeabile ai contesti esterni ai protagonisti, chiuso in sé stesso e girato da un solo punto di vista: quello dei coraggiosi francesi alla ricerca di un figlio per le impervie vie del mondo.
Pierre, Geraldine e gli altri adottanti sono sostanzialmente tutte brave persone e il loro desiderio di allevare un bambino dovrebbe rendere giustificabile agli occhi dello spettatore, azioni a volte discutibili e una rappresentazione della Cambogia tristemente didascalica. La popolazione cambogiana è ritratta come sostanzialmente buona e saggia, ma sfortunata; purtroppo la povertà costringe queste gentili persone ad arrotondare le proprie entrate con sistemi da bricconcelli (corruzione, estorsione, rapimenti e compravendita di minori).
Ma non si può fare a meno di venire in contatto con questo lato fastidioso della società cambogiana, quindi meglio chiudere un occhio. Come purtroppo non si possono evitare gli americani che con la loro maggiore disponibilità economica vanno a rompere le uova nel paniere ai cittadini francesi, i quali disponendo di meno soldi per corrompere le autorità, sono costretti ad adottare bambini di seconda scelta. E se qualcuno fa notare ai protagonisti che questa razzia di bambini non fa che precludere definitivamente un futuro migliore alla Cambogia, loro si scrollano via questi dubbi come inutili intralci moralisti alla loro legittima ricerca della felicità familiare.
Il risultato e' che l'umanità e il desiderio di diventare genitori espressi dai personaggi risultano in fin dei conti poco credibili, una sorta di capriccio di un gruppo di europei viziati.
Insomma ne La Piccola Lola, sotto le vesti di un bel film popolare (cioè rivolto al grande pubblico perché affronta un tema di universale attualità), ben confezionato, come sempre, dalle abili mani dei registi francesi, si cela la visione egocentrica e semplicistica che la Francia di oggi ha del resto mondo; un paese che dà l'impressione di ritenere che libertà, uguaglianza e fraternità siano valori di tutti, ma innanzitutto del suo popolo.
 
 
 
 
 
 
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