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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 3.5/5
  • valutazione
  • Un film che fa riscoprire una sana voglia di politica
  •  
 
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 4.8/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 9 lettori
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Info

Nichi

di Gianluca Arcopinto

 
    Dati
  • Titolo originale:
  • Soggetto: Alessandro Contessa
  • Sceneggiatura: Elisabetta Pandimiglio, Gianluca Arcopinto, Emanuele Nespeca
  • Genere: Drammatico - Documentario
  • Durata: 63 min.
     
  • Nazionalità: Italia
  • Anno: 2005
  • Produzione: La Fabbrichetta
  • Distribuzione: Pablo
  • Data di uscita: 06 05 2005
 
    Cast
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Una nuova sinistra è possibile

di Eduard Le Fou

Nichi Vendola è un politico di razza.
Tutti coloro che hanno avuto la possibilità di conoscere l'esponente di Rifondazione Comunista, ora Presidente delle Regione Puglia, soltanto attraverso gli angusti ambiti di quelli che si definiscono dibattiti politici televisivi, troppo spesso trasformati in un'inutile gazzarra demagogica, rimarranno sorpresi dalla visione di questo documentario dedicato alla sua figura.
Deve aver provato una simile sensazione di piacevole stupore anche Gianluca Arcopinto, finora produttore e distributore, cineasta in quest'occasione, quando riluttante, per sua stessa ammissione, è andato a filmare lo scorso febbraio a Bari il comizio d'apertura della campagna elettorale di Nichi Vendola per le elezioni regionali del 2005, dietro consiglio di Alessandro Contessa, ideatore del documentario.
L'umanità sincera, consapevole e contagiosa che Vendola è capace di sprigionare con le sue parole ha convinto Arcopinto a prendere spunto dalla campagna elettorale per andare oltre, e provare a raccontare in prima persona l'uomo Vendola.
Nichi, appunto.
Il sorprendente risultato delle elezioni regionali pugliesi, terminate con l'elezione alla presidenza della cattolica e conservatrice Puglia un comunista, da sempre vicino agli ultimi "abituati a perdere", omosessuale capace di raccogliere intorno a sé un consenso e una partecipazione mai visti prima, ha poi dato maggior senso all'operazione cinematografica di Arcopinto. A quest'ultimo va dato atto di aver colto nella dimensione personale le radici dell'importante fenomeno-Vendola che di lì a poco si sarebbe palesato con tutto il suo fragore, dirompente al di la' del valore cinematografico, assai rispettabile, dell'opera stessa.

Si tratta infatti di un documentario ben girato che segue i canoni ormai classici del genere agiografico; vi si alternano sequenze dell'incontro del regista con Vendola che disserta con cognizione di causa, mista a sincera emozione, di Berlinguer, di Pasolini, del PCI, degli operai, di cattolicesimo umanitario e di poesia, e sequenze televisive di repertorio dell'ultimo comizio di Berlinguer e dei suoi funerali, di quelli di Pasolini, e dei recenti comizi del politico pugliese. Una sorta di ellissi temporal-videocinematografica che serve a (di)mostrare la discendenza diretta di Vendola da importanti personaggi che hanno fatto la storia politica e culturale (della sinistra) del nostro paese. La sincera partecipazione di Vendola alle sue stesse parole di legalità, alle istanze di giustizia, di dignità del lavoro, agli ideali di sviluppo alternativi all'industrializzazione per il meridione, è la forza di questo lavoro dal momento che e' così diretta e coinvolgente, (perché vissuta per anni sulla propria pelle), da rompere gli sche(r)mi della retorica documentarista e raggiungere con tutta la sua forza lo spettatore.
Ecco, il vero merito di questo documentario è quello di aver testimoniato, prim'ancora che essa si verificasse, i motivi di un'eclatante affermazione elettorale che molto probabilmente potrà ridisegnare le strategie della sinistra italiana anche a livello nazionale. La bellezza e' insita nel suo essere semplice testimonianza visiva di quanto sia atipica questa figura umana e politica, Vendola, insomma, che ha portato a servizio dei pugliesi tutta la sua umanità, le sue radici, i suoi ideali e la sua storia, che è quella di tutti gli sconfitti del sud d'Italia, per una volta giunti alla vittoria. Il film esce in poche copie inizialmente nelle province pugliesi e in alcuni grandi centri d'Italia, ma la contagiosità del suo messaggio fa supporre che questo documentario avrà lenta ma prolungata diffusione nei prossimi mesi.

 
 
 
 
 
 
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