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L'impero della distribuzione
di Sara Troilo
(La Lombardia e qualche libero sillogismo)
In sala il pluralismo non esiste e questa è un'affermazione talmente evidente da risultare banale. Inoltre, ogni tanto, la labile parvenza di vivere in una condizione tutto sommato accettabile (per quanto non pluralista), da spettatore cinematografico, svanisce nel nulla. Esempio lampante è la distribuzione di INLAND EMPIRE e cioè il nuovo film di David Lynch.
In Lombardia il film è in programmazione in una sala di Milano e in una sala di Mantova. Stop. Due sale su un'estensione di 23.861 km quadrati e 9.509.135 di abitanti al giugno 2006 secondo Wikipedia. Ciò spiega le code fuori dall'Arlecchino, unica sala milanese che proietta Lynch. Niente però spiega perché un fan di Ben Stiller debba godere di più diritti di un fan di Lynch. Vero è che l'amministrazione della Lombardia come regione è da anni nelle mani di Formigoni, ciò ci fa dedurre che questa regione sia piena di fan di Formigoni. Il fatto poi che Una notte al museo sia in programmazione in 8 cinema nella sola città di Milano, stando all'ottica di un distributore che sostiene di dover venire incontro ai voleri dello spettatore, porta a dedurre che ai fan di Formigoni piace Ben Stiller. Il ragionamento si incaglia davanti ai risultati delle scorse elezioni per la Provincia di Milano, dove Penati ha mandato a casa la Colli.
Ben Stiller piace anche agli elettori di sinistra? Ovviamente, sì. Diciamo allora che Ben Stller è populista (o bipartisan che dir si voglia), ma meno di Formigoni che continua a vincere in Regione. E diciamo anche che presumibilmente il signor Stiller amministrerebbe meglio la Lombardia, mentre Formigoni farebbe delle Magnum pessime, di sicuro. Tutto ciò però non risponde al problema dei diritti non garantiti al fan di David Lynch. Non è un problema di durata dell'opera, perché qualsiasi Apocalypto, Passione di Cristo o la sua versione indipendentista scozzese Braveheart, superano le due ore senza per questo aver mai trovato problemi di spazio in sala. Non può essere un problema di scarsa visibilità del regista che presenzia nei maggiori festival europei ed è di clara fama. E allora? Non si poteva far fuori una Nancy Meyers (dai Nancy, vai a prendermi le scarpe da ginnastica, dai, corri!) o una Notte prima degli esami - Oggi? No! Sono ai vertici degli incassi. Per forza, manca poco che ti vengano a prendere sotto casa con un comodo camper (magari quello di stranamore) e te lo proiettino senza che tu nemmeno debba andare al cinema! La diffusione capillare dei film che incassano alla grande pare sia una causa e non un effetto di questa distribuzione. Una logica paradossale almeno quanto la mia di qualche riga fa, non c'è che dire. I cinema stanno somigliando sempre più a centri commerciali, con la gente che si mette in fila alle casse a volte senza nemmeno aver deciso che cosa vedere e che entra in sala carica di una quantità di cibo con cui potrebbe sopravvivere qualche giorno. Nonostante tutta la consapevolezza del mondo, quando su 12 (o 18!) sale non viene preso in considerazione lo spettatore di INLAND EMPIRE la situazione diventa scandalosa! Considerato anche il fatto che tali multisala sono sorti come funghi in seguito ai finanziamenti ricevuti dal Ministero dei Beni Culturali.
Non bisogna avere in mente tutta la storia del cinema infatti per poter asserire con certezza che anche un solo peto di Lynch meriterebbe una sala apposita di fronte a un film intero della Meyers.
I lettori hanno scritto 46 commenti
- indirizzo IP 131.114.253.146
- data e ora Venerdì 23 Febbraio 2007 [15:38]
- commento Si può fare una legge per non far valere come no le astensioni al Senato? Il nano l'avrebbe fatta. Magari retroattiva... :)
- indirizzo IP 151.52.103.13
- data e ora Venerdì 23 Febbraio 2007 [16:11]
- commento I due mentecatti sono mancati, sono usciti dall'aula. Il quorum era 160. Il centrosinistra ha avuto 158 voti. Se avessero votato sì si sarebbe andati sul 160 a 160.
- indirizzo IP 151.52.103.13
- data e ora Venerdì 23 Febbraio 2007 [16:12]
- commento La mozione di D'Alema non sarebbe passata ma sarebbe stato un voto come tanti e, considerando l'assenza di Scalfaro, il governo avrebbe comunque dimostrato di avere una maggioranza.
- indirizzo IP 151.52.103.13
- data e ora Venerdì 23 Febbraio 2007 [16:13]
- commento La responsabilità della crisi quindi è tutta dei due comunisti imbecilli.
- indirizzo IP 151.52.103.13
- data e ora Venerdì 23 Febbraio 2007 [16:14]
- commento X Stefano: Sì, si poteva cambiare il regolamento del Senato, Marini ci stava pensando e lavorando. Se i due comunisti imbecilli non avessero fatto gli splendidi avremmo potuto farlo.
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