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Editoriale

Dramma mediatico

di Sara Troilo

Nat* e cresciut* nella cultura delle immagini, dubito che le cinefile e i cinefili possano prescindere da un evento che ha monopolizzato l'attenzione del mondo e cioe' la morte di Karol Wojtyla aka Giovanni Paolo II. In particolare in Italia la morte del papa, tanto attesa dopo gli ultimi ricoveri al Gemelli, al punto che sono gia' pronte sia la fiction sulla vita di Wojtyla sia la sua beatificazione (eventi per ora distinti), ha rimarcato lo stato dell'informazione italiana.

Le sei maggiori reti televisive hanno trasmesso immagini e commenti uniformi, in tutto il mondo non c'erano notizie degne di nota, almeno questo e' il messaggio che e' passato; la rete musicale MTV corredava i video in onda con sms di ascoltatori disperatissimi, tutti drammaticamente uguali. Durante i giorni che hanno preceduto la morte del pontefice, stessa storia. Dirette da Piazza San Pietro con i fedeli in preghiera, prime pagine mono-tono sui quotidiani, un ricorrere ossessivo di bambine con la candela in mano e il capo chino e di donne con le mani giunte.

Queste immagini mi hanno portata a percorrere strane vie di associazioni mentali, da donna laica mi stavo francamente annoiando in questa orrenda omologazione mediatica. Di sicuro nel cinema il modo di ritrarre la donna e' cambiato nel corso degli anni, negli attuali e costosi film americani le donne sono ancora oggetti sessuali, ma oggetti sessuali che, per lo meno, quando sono arrabbiate picchiano. A differenza dei noir classici in cui le donne pensanti ed agenti erano tutte infami, ora le picchiatrici sono anche simpatiche e a volte schierate dalla parte dei buoni. Non che sia una grande consolazione, ma assistere alla conquista del libero arbitrio da parte delle donne in completa autonomia, cioe' senza l'aiuto del diavolo, e' sempre un piacere. Le immagini delle dirette televisive e le fotografie dei quotidiani di questi giorni, invece, riportavano ai film degli anni '50, la scelta predominante verteva sulle donne in preghiera, tanto che mi sono chiesta chi fossero i famosi Papa Boys, citati ma mai rappresentati. Da una parte quindi il dolore e la commozione che i media hanno deciso di connotare in modo femminile, dall'altra la scelta del successore di Giovanni Paolo II. Qui siamo dalle parti del potere ed ecco 117 uomini. La femminilita' a volte smette di essere un genere per diventare un pleonasmo, a farle compagnia c'e' la supposta laicita' dello stato italiano.

Che fare per consolare lo sguardo diventato triste a forza di vedere donne tristi? Rivolgerlo forse alla nuova mappa d'Italia e agli eloquenti volti di chi non ha preso bene la sconfitta per 11 a 2, portata a casa durante le Elezioni Regionali, rivolgerlo a quei volti maschili contrariati. Ma via, non fate quei musetti tristi, sono tre giorni che si sente ripetere un'unica frase: "E' finita un'epoca!"

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 14 commenti

 
 
utente
ed le fou
  • commento massimo sostegno alle tue parole.per risarcire le donne italiane dovrebbero mandare in onda di continuo lo splendido sorriso, raggiante e battagliero, della Bresso(era in kimono?)
 
 
 
 
 
utente
Angelus
  • commento Guarda, non so se fosse un kimono o cosa però era un vestito fantastico, e sul sorriso non parliamo della Lorenzetti.
 
 
 
 
 
utente
Sara
  • commento Grazie Ed! Ehi, anch'io mi sono interrogata sulla mise di Mercedes Bresso, ma solo per pochi secondi, poi ha zittito la platea destrorsa di vespa nei pochi secondi a sua disposizione.
 
 
 
 
 
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Agelus
  • commento Mercedes è il nome di una madonna e il piemonte non è la casa della fiat. Branco di ignoranti :)
 
 
 
 
 
utente
ed le fou
  • commento forse per l'abito da indossare si è ispirata a Kill Bill
 
 
 
 
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