Il voto del redattore
- voto
- 4.5/5
- valutazione
- Finalmente anche Kieslowski inizia ad avere edizioni degne in dvd...
Il voto dei lettori
- voto medio
- 4.5/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 2 lettori
- di Christopher Nolan
- dal 22 12 2006
- genere Drammatico
- tipo Indefinibile
- Fabrizio Ferrero
- di Jacques Audiard
- dal 18 11 2005
- genere Drammatico
- tipo Indefinibile
- Roberta Folatti
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
La doppia vita di Veronica
di Krzysztof Kieslowski
- Dati
- Titolo originale: La double vie de Véronique
- Soggetto: Krzysztof Kieslowski, Krzysztof Piesewicz
- Sceneggiatura: Krzysztof Kieslowski, Krzysztof Piesewicz
- Genere: Drammatico - Indefinibile
- Durata: 98 min.
- Visto in: DVD
- Regione: 2 - [Europa, Egitto, Giappone, Medio Oriente, Sud Africa]
- Formato video: 16:9
- Nazionalità: Polonia, Francia
- Anno: 1991
- Produzione: Sideral
- Distribuzione: Feltrinelli
- Anno di uscita in homevideo: 2007
- Sottotitoli: Italiano (non eliminabili)
- Contenuti speciali: tre cortometraggi del regista, un documentario di Kamizierz Karabasz. Il confanetto contiene il libro La doppia vita di Krzysztof Kieslowski, a cura di Bruno Fornara e con un'introduzione di Eraldo Affinati.
- Standard: PAL
La nuova vita di Veronica
di Carlo Griseri
Per alcuni il miglior lavoro del regista polacco, scomparso prematuramente nel 1996, La doppia vita di Veronica è un film dalla trama difficilmente riassumibile (racconta l'intrecciarsi della vita di due ragazze, una polacca e una francese, omonime ed entrambe appassionate di canto, la seconda delle quali "sente" il legame con l'altra dopo la sua morte). Splendida nonché assoluta protagonista nei due ruoli, Irène Jacob (con Kieslowski anche nell'ultimo lavoro del regista, Tre colori - Film rosso), vincitrice per questa interpretazione del premio come miglior attrice al Festival di Cannes, ai César e al festival di Sant Jordi. Come scrive Eraldo Affinati nell'introduzione del libro allegato, i film di Kieslowski "partono dalla realtà e vi ritornano compiendo un viaggio misterioso, ma tutt'altro che enigmatico". Questa pellicola, realizzata dopo l'imponente Decalogo e subito prima della trilogia dei colori che lo imposero al mondo e lo fecero diventare uno dei più celebrati autori della sua epoca (Film blu, Film bianco e Film rosso - usciti nel 1992, 1993 e 1994 - vinsero premi prestigiosi ai festival di Venezia, Berlino e Cannes).
Di questa nuova versione digitale si segnalano due piccole pecche: l'impossibilità di eliminare i sottotitoli nella visione del film in lingua originale e in quella di tutti gli extra (un difetto che magari darà fastidio a pochi, ma che sarebbe stato molto semplice eliminare) e il bollino sulla copertina con le specifiche tecniche (un vero pugno nell'occhio, indifendibile). Per il resto il DVD 2007 rappresenta un enorme passo avanti rispetto alla precedente edizione: viene però da chiedersi, come spesso in questo campo, perché si debba aspettare la seconda, a volte anche la terza pubblicazione di un film per avere extra interessanti e qualità ottima. L'edizione Criterion di questo capolavoro venduta all'estero - a quanto si legge nei forum dedicati - è ancora superiore a questa Feltrinelli. Ma credo ci si possa accontentare: se il libro potrebbe risultare sostanzialmente inutile per un amante del regista polacco (molte sue parti erano già infatti reperibili altrove), così non si può dire dei corti. Una chicca vera dalla carriera di documentarista di Kieslowski, una testimonianza del suo primo amore e della cura quasi maniacale con cui era solito realizzare i suoi lavori. Fabrika (La fabbrica,1971), Spitzal (L'ospedale, 1976) e La Gare (La stazione, 1980) sono però solo tre esempi di una vasta produzione (oltre venti corti) che speriamo di poter vedere presto.
I Musicisti della domenica è invece un documentario di Kazimierz Karabasz, un cortometraggio che Kieslowski inseriva sempre tra le sue massime fonti di ispirazione (oltre che nell'elenco dei suoi dieci film preferiti) e in cui si ritrova in effetti molto del suo stile.
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