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Hostel

Cloaca del 17 03 2006

 
 
 
 
 
 
 
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Cloaca

Superflui sacchettini per il vomito

di Carlo Griseri

Mi presento, mi chiamo Hostel. Sì, Ostello. Non è un gran nome, lo so, ma - come si suol dire - le colpe in questi casi ricadono sui genitori. Io ormai me ne sono fatto una ragione.
Sappiate che mentre leggerete queste righe, probabilmente io non ci sarò più. No, tranquilli, nessun tentativo di suicidio, ma solo l'oblio che è giusto cada su di me. Volevo solo essere un semplice film dell'orrore, di quelli che divertono per 90 minuti gli appassionati, e che spaventano le fanciulle che si presentano in sala, in modo da farle proteggere dalle forti braccia dei loro accompagnatori.
Ero nato proprio così, semplice come i neonati sanno essere. Ero solo la storia di tre ragazzi che vogliono tanto sesso facile, ma che andranno invece incontro a una morte dolorosa e anche fantasiosa.
Il destino ha voluto diversamente per me. Mio fratello maggiore (che si chiama Cabin Fever, il primogenito), ha ottenuto nella sua vita un successo e un riconoscimento abbastanza generalizzato nell'ambiente, stimato quasi da tutti, e papà, molto orgoglioso di lui senza avervi riposto molte aspettative, si è messo in testa che il nuovo nato (e cioe' io) avrebbe potuto fare ancora meglio.
Si è dimenticato il mio fisico esile, che avrebbe potuto fare la sua figura in un certo tipo di ambiente, agghindato solo con tanto rosso sangue e con accessori come arti tagliati e interiora sparse, ma tutto assolutamente messo lì senza alcun senso o pretesa di voler dire qualcosa. Sarei potuto diventare quello che gli amici e gli estimatori di mio fratello pensavano, magari stupendo agli occhi di qualcuno, perché sotto sotto sono anche un tipo.
Ma papà (e zio Quentin gli ha dato man forte) ha deciso che dovevo avere di più, che non poteva bastare. E allora mi hanno aggiunto una coda, francamente inutile e fuori posto, per appiccicarmi addosso un senso, farmi dire che la vittima può diventare carnefice, che non si può dividere il mondo in buoni e cattivi, che la società moderna è degradata se c'è chi con pochi soldi può prenotare la possibilità di seviziare qualcuno… Baggianate, se uscite dalla mia bocca.
Ho provato a far capire loro che tutto ciò non serviva, ma non hanno sentito ragioni. Dicevano: "Vedrai che se ti mandiamo in giro con tante belle ragazze, disinibite e dell'est Europa, e se facciamo tanto parlare di te avrai successo più di Cabin!". Mi hanno convinto, devo essere sincero.
E allora anche io ho contribuito a creare tutto quel caos, ho iniziato ad avvisare tutti che sono un tipo terrificante, che vedendo ciò che so fare sarebbe stato necessario avere un sacchettino per il vomito (la produzione mi ha preso in parola, e lo regala a tutti coloro che, temerari!, entrano nelle sale dove sono proiettato). Dicevo che ero il più terrificante di tutti, ma lo sapevo già che non era vero: per due terzi della mia durata, non si vede quasi nulla e si deve immaginare tutto, e anche dopo non ho il coraggio di mostrare granchè…
Sulle locandine (devo ammettere che in quelle foto sono venuto bene!) hanno fatto scrivere che riuscire a vedermi fino alla fine sarebbe stato impossibile, che sarei stato un'esperienza angosciante, eccetera eccetera. E io ho accettato.
Ma non ci ricordavamo più che a chi piacciono i film horror piace contare le vittime, perdersi il numero di sgozzamenti e affogare in un bagno di rosso, caldo sangue, possibilmente di un gran numero di persone diverse? Sono passati più di 30 anni da L'esorcista o da Non aprite quella porta, la gente è abituata a vedere anche di peggio e io, nel mio piccolo, non avrei dovuto darmi arie da film epocale.
Non lo sono. Sono solo un film piacevole, con personaggi stereotipati (punto a mio favore: non perdere mai tempo con queste cose in un horror), con bellezze non da poco (pare che una di queste sia già la ragazza di papà: che bella matrigna!), con personaggi maschili alla ricerca solo di sesso (altra costante che faceva promettere bene). Ho anche un bell'arsenale di armi con cui uccidere o mutilare e un'idea di fondo che può piacere: perché ho permesso che mi rovinassero così?
Ma ora è troppo tardi, è facile dare la colpa a papà Eli che forse si è montato la testa o a chi ha usato un po' troppo il nome di zio Quentin nel pubblicizzarmi: sono cresciuto, devo prendermi le mie responsabilità e quindi approfitto di questa sede, creata appositamente, per chiedere scusa a tutti.
Ma vi avviso già, e dicendovelo ora mi lavo le mani da qualunque implicazione futura: io non c'entro, ma la mente di papà sta già per mettere in lavorazione il mio successore, Hostel 2. State in guardia: rimanetene alla larga o non venite poi a prendervela con me!

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 4 commenti

 
 
utente
fabio78
  • indirizzo IP 87.11.171.66
  • data e ora Domenica 19 Marzo 2006 [14:13]
  • commento Non capisco tanto accanimento,certo ke nn è un film epocale ma i fan di un certo tipo di horror nn rimangono delusi,gli altri si astengano
 
 
 
 
 
utente
sissi
  • indirizzo IP 87.10.195.9
  • data e ora Martedì 21 Marzo 2006 [23:04]
  • commento non è un film da considerarsi horror. mi ha deluso molto.
 
 
 
 
 
utente
fabio78
  • indirizzo IP 82.59.26.223
  • data e ora Giovedì 23 Marzo 2006 [18:17]
  • commento forse hai ragione,ma proprio questo suo essere atipico tutto sommato va lodato...sia kiaro nn è neanke nei primi 50 migliori horror della storia xò ha qcosa di malsano ke mi intriga
 
 
 
 
 
utente
Joe
  • indirizzo IP 151.48.199.206
  • data e ora Venerdì 29 Settembre 2006 [10:36]
  • commento Complimenti per l'articoloro/recensione. Davvero originale Carlo! :))
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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