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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Locandina
 
 
 
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Trama

Angela, reporter in cerca di storia, segue col proprio cameraman i pompieri chiamati in aiuto di una signora. Arrivati sul luogo verranno in contatto col terrore.

 
 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 4/5
  • valutazione
  • Come far paura con una videocamera e un po' di trucco.
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 3.5/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 1 lettore
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Info

Rec, la paura in diretta

di Jaume Balagueró, Paco Plaza

 
    Dati
  • Titolo originale: Rec
  • Soggetto: Jaume Balagueró, Paco Plaza, Luiso Berdejo
  • Sceneggiatura: Jaume Balagueró, Paco Plaza, Luiso Berdejo
  • Genere: Giallo - Horror
  • Durata: 85 min.
     
  • Nazionalità: Spagna
  • Anno: 2007
  • Produzione: Filmax
  • Distribuzione: Mediafilm
  • Data di uscita: 29 02 2008
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

L'arte della claustrofobia

di Chiara Orlandi

Horror spagnolo diretto da Paco Plaza e Jaume Balagueró, Rec è stato presentato in anteprima fuori concorso durante la 64ª Mostra d'arte Cinematografica di Venezia.

La trama è semplicissima: Angela (Manuela Velasco) è una giovane reporter che con il suo cameraman Pablo è alla ricerca di un servizio giornalistico per un programma televisivo. I due attendono un intervento dei vigili del fuoco di Barcellona e nel cuore della notte arriva una chiamata che segnala un'anziana sola in casa. La giornalista e l'operatore si recano dunque sul luogo con una squadra di pompieri pronti per un intervento di routine. Nell'androne del palazzo li aspettano un paio di poliziotti e i vicini di casa allarmati per le urla della donna. Quando le forze dell'ordine sfondano la porta d'ingesso dell'appartamento accade però l'imprevisto e ovviamente Pablo con la sua macchina da presa non si lascerà sfuggire nulla.

 

Rec è infatti per prima cosa la testimonianza diretta di Pablo e Angela che registrano ogni evento delle storia con il crudo realismo della ripresa anche nei momenti più drammatici. Come non nominare a questo punto il capostipite del genere The Blair Witch Project?

Veniamo ora ai contenuti della pellicola spagnola. L'elemento persistente in tutta la narrazione è il desiderio continuo di uscire: gli sfortunati coinvolti in questa tragedia non vorrebbero altro che andarsene dal palazzo in cui sono rimasti intrappolati. A nessuno però è consentito uscire e nessuno altrettanto vuole entrare. Pian piano scopriamo che la verità e la causa dei tragici eventi raccontati da Rec risiedono nello stesso edificio e, pare fin dall'inizio della storia, che "chi è fuori" questo lo sappia molto bene. Il film è un crescendo di situazioni irrecuperabili e registra sotto forma di documentario l'angoscia dei protagonisti, prima per la propria incolumità e poi per quella dei congiunti e dei vicini di casa. Un'ascesa agli inferi che non concede pause emotive. La sensazione che l'inferno sia collocato ai piani alti è presente fin dall'inizio della pellicola perché nessuno spettatore vorrebbe essere nei panni delle forze dell'ordine o dei vigili del fuoco costretti a "salire" per recuperare la dolce diabolica bambina infettata. È lassù, tra i bui appartamenti barcellonesi, che si consuma la tragedia. La casa dove tutto ha avuto inizio, la dimora del Male, è - non per nulla - l'appartamento dell'ultimo piano. Il vero perno attorno cui ruota il film risiede proprio nello spazio circoscritto, in un locus horridus che Paco Plaza e Jaume Balagueró hanno saputo ricreare perfettamente: indizi mistico religiosi, voci registrate sui nastri, esperimenti scientifici taciuti e l'ambigua presenza Vaticana sono tutti elementi "rinchiusi" ad arte in uno spazio angusto e arcano. Il desiderio di verità di Angela impone ai due protagonisti di rimanere sul luogo del mistero. "La gente deve sapere" ricorda la giovane giornalista. Tutti artifizi astuti volti a creare un'atmosfera claustrofobica con tanta suspence e poco splatter, molta attesa e un'esigua dose di violenza. Se alla chiusura della proiezione nel buio della sala si fosse alzata dalla platea una donna grondante di sangue buona parte degli spettatori sarebbe scappata per lo spavento.

 

Rec - come pochi altri film - è in grado di suscitare una sola malsana fissazione, ovvero quella di fuggire, fuggire, fuggire da quelle quattro mura infettate. In tal senso la pellicola (e altre recenti opere come 1408) non è un prodotto moderno perché sfrutta quell'induzione alla paura già adottata in racconti (uno su tutti Poe), romanzi e film notissimi al grande pubblico. È però testimone e debitrice di un tendenza sempre più riconoscibile - nel cinema come nella letteratura - che si priva di pompose spettacolarizzazioni per ricreare l'orrido. Nessun effetto speciale sconcertante o che comunque non vada al di là di pochi litri di vernice rossa. Nessun volto noto tra gli interpreti, scelta che rende ancora più realistica la sobria interpretazione (Manuela Velasco è davvero credibile). Inoltre uno sguardo alla miglior tradizione Zombie-movie Plaza e Balagueró non se la sono negata. Alla fine ci viene il dubbio che sia veramente e realmente accaduto tutto il movimentato reportage? In questo senso invece Rec è una pellicola moderna perché non si avvale di nessun mostro gigantesco che occupi l'intero schermo e neppure di sanguinolente torture per impressionare lo spettatore.

 

Mi lascia perplessa la colonna sonora finale che con quel sound rock serrato ricorda i B-movie anni Ottanta. Non saprei se interpretarla come un distacco rassicurante dalla storia o come un "non prendiamoci troppo sul serio, del resto è solo un film". Ottime scelte registiche giustificano la presenza di una macchina da presa sempre nelle mani di Pablo. Musiche assenti, personaggi ben caratterizzati, macchina da presa a mano, storia avvincente fanno di Rec un film godibilissimo e spaventoso che metaforicamente sottolinea quanto ancora ci sia da sondare molto più "all'intero che all'esterno" dell'uomo.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 3 commenti

 
 
Stefano Tirelli
Stefano Tirelli
  • indirizzo IP 84.221.68.41
  • data e ora Lunedì 31 Marzo 2008 [3:18]
  • commento Bello, bello, bello. Uno dei pochi film che è riuscito a farmi davvero paura negli ultimi tempi. Consiglio anche l'episodio di Peliculas para no Dormir di Balaguerò.
 
 
 
 
 
Sara Troilo
Sara Troilo
  • indirizzo IP 213.140.11.139
  • data e ora Lunedì 31 Marzo 2008 [22:06]
  • commento Ok, Ste e Chiara, mi avete convinta. Ci vado di certo.
 
 
 
 
 
Sara Troilo
Sara Troilo
  • indirizzo IP 213.140.11.139
  • data e ora Domenica 15 Giugno 2008 [16:42]
  • commento Top del film il finale a partire della scenografia: studiatamente inquietante. Sconsigliato alle donne incinta :)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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