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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Locandina
 
 
 
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Trama

Se un ragazzo molto ricco perde il padre è facile che diventi un supereroe.

 
 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 4/5
  • valutazione
  • Mezzo voto in più per il paurosissimo Sanguinofsky
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Il voto dei lettori

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Info

The Green Hornet

di Michel Gondry

 
    Dati
  • Titolo originale: The Green Hornet
  • Soggetto: Basato sui personaggi radiofonici creati da George W. Trendle e Fran Striker
  • Sceneggiatura: Seth Rogen, Evan Goldberg
  • Genere: Azione - Fantasy
  • Durata: 120 min.
     
  • Nazionalità: U.S.A.
  • Anno: 2011
  • Produzione: Original Film Feature Films, Sony Pictures Entertainment
  • Distribuzione: Sony Pictures Releasing Italia
  • Data di uscita: 28 01 2011
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Facciamoci un po' di giustizia

di Luigi Faragalli

Realizzare nel 2011 un film basato su un serial radiofonico degli anni trenta del secolo scorso, ovvero su personaggi concepiti settantacinque anni fa, può sembrare un'operazione legata ad una sorta di modernariato delle idee, come se, dopo aver esaurito e spolpato quasi tutti i supereroi più nuovi e più moderni, non rimanesse al filone altra via se non il vintage.

In realtà guardare il film spazza via qualunque timore di questo tipo, principalmente grazie all'abilità sopraffina di Gondry e, in seconda battuta, grazie ad una rivisitazione radicale dei personaggi.

L'originale Green Hornet è forse l'autentico prototipo dell'eroe in maschera senza superpoteri, precedente anche al primo Batman. Nelle sue vicende erano già presenti i costumi, le maschere, la doppia identità, i gadget tecnologici, insomma tutto il pacchetto tipico di una serie di personaggi posteriori oggi ben più noti rispetto all'antesignano.

Gondry, acclamato come sappiamo soprattutto per le sue commedie sentimentali, oniriche e complesse, mai scontate, mai melense, mai banali, si rivela qui versatile come pochi altri registi, passando con maestria a confezionare un film indubbiamente d'azione, indubbiamente originale, indubbiamente divertente, quasi comico potremmo arrivare a dire.

Ciò che accomuna le produzioni più à la page del filone supereroistico, a partire da Superman Returns e Batman Begins, è una maledetta tendenza a prendersi sul serio, un immusonirsi ingiustificato che serve a caricare di pathos le storie riuscendo così a far passare per possibili e non ridicole le vicende di individui che, sostanzialmente, pretendono di combattere le ingiustizie vestiti da pirla.

Bene, Gondry spazza via tutto questo.

Il suo Calabrone Verde è surreale, come è giusto che sia surreale ai giorni nostri un tizio mascherato vestito di verde a bordo di una macchina d'epoca superarmata, nonostante questo comunque il film rimane coerente, organico, plausibile.

Il tutto viene ulteriormente enfatizzato da un cast davvero adeguato. Gli attori sono incredibilmente azzeccati.  Seth Rogen incarna il rampollo scavezzacollo e festaiolo alla perfezione, neanche Lapo Elkann in persona sarebbe riuscito a sembrare più fessacchiotto, rammollito e pallone gonfiato. Jay Chou è un ibrido perfettamente bilanciato tra il Kato televisivo di Bruce Lee ed il Kato slapstick di Burt Kwouk, spalla insostituibile di Clouseau. I riferimenti ed i rimandi sono evidenti nel film e sottolineano queste volute e riuscite derivazioni. Adorabile il villain di Christoph Waltz, con la sua crudeltà naturale, quasi paciosa, e le sue insicurezze, i suoi complessi di inferiorità.

Anche Cameron Diaz è perfettamente nel suo, sexy e divertita, corteggiata goffamente dal duo rumoroso di apprendisti giustizieri.

Per quanto riguarda la sceneggiatura, nella ridefinizione dei personaggi da Clouseau viene anche mutuata una certa incapacità dell'eroe, bilanciata dalle straordinarie capacità della spalla, in un ribaltamento di ruoli che, contraddicendo il diktat imposto dalla maschera, genera situazioni comiche a iosa.

Basterebbe già tutto questo a rendere il film più che godibile, Gondry però va oltre, ci mette del suo. Alcune scene si sposano finalmente in modo adeguato con la visione 3D, aggiungendo davvero qualcosa all'esperienza del grande schermo. Le macchine che si moltiplicano nel tempo rallentato, l'individuazione mentale dei target prima dell'esplosione dell'azione, l'acqua e i vetri infranti che arrivano addosso, tutte queste cose aumentano in effetti il coinvolgimento, dandoci la sensazione, sicuramente tra le prime volte da quando il 3D si è diffuso in modo massiccio, di assistere ad un film dotato di visione stereoscopica non del tutto superflua.

Pregevole poi la sequenza del diffondersi degli ordini del capo tra la mala, in una serie di successive divisioni e separazioni delle inquadrature, capace di dare davvero la sensazione di vedere un fumetto su pellicola, espediente già tentato in passato in altri film ma non con una realizzazione così convincente.


Un'ultima riflessione sul pubblico italiano: probabilmente in molti, vedendo questo film ed ignorandone i riferimenti, penseranno di trovarsi di fronte ad una sorta di parodia del genere. Questo rischia di essere sminuente tuttavia non è necessario conoscere la serie radiofonica, o quella tv, o le varie serie a fumetti, per godersi questo ottimo e divertentissimo film.

 
 
 
 
 
 
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